«L’ eticità è l’ idea della libertà, in quanto bene vivente, che ha nell’ autocoscienza la sua consapevolezza, la sua volontà e, mediante l’agire di questa, la sua realtà; così come questo ha, nell’ essere etico, il suo fondamento che è in sé e per sé e il fine motore, – è il concetto di libertà, divenuto mondo esistente e natura dell’ autocoscienza

Etica e volontà, quindi hanno un legame inscindibile. La morale è connaturata all’individuo, quasi motore automatico  e soggettivo. Il comportamento etico è frutto di un atto di coscienza autoreferente. E’ una scelta, un obiettivo di larga portata, la cui presenza condiziona inevitabilmente le radici di ogni comportamento seguito.
Il relativismo culturale, le varietà di contesti, cambiano colore ai costumi e alle esigenze superiori. Ciò che qui è negato, non è però illegittimo ovunque. Sulla base di tale concezione, risulta difficile, se non impossibile, definire la realtà di un Codice etico che non sia solo una bandiera ben fissata a una finestra che sta per crollare.
Poi, la sostanza si rende chiara per ciò che è. Ovvero che non esiste un’etica universale, il giusto, il vero, Il.
Ma è uniforme a tutti la ricerca di quella materia trascendente l’oggettivo, il bisogno di un perché superiore.
Ecco quindi che il Codice Etico, l’anima dell’azienda , torna ad avere senso di esistere.
La società posa le sue braccia operative, appoggia il bilancio, e si guarda dentro.
Perché quel dentro, se il corpo è trasparente, è visibile a tutti.
Il riflesso non sempre è onesto. Per questo Pluricon apre le porte, dopo aver conosciuto se stessa, e si lascia conoscere.
L’etica non è universale, e nemmeno auspicabile come tale.
Ma se l’universo non riesce ad essere etico, l’individuo può farlo. E quando le persone sottoscrivono uno patto volontariamente l’etica dell’uno si fa etica dei più.
Nato a posteriori, ma presente dall’inizio, il Codice Etico della Pluricon è scrittura del pensiero, ma non scrittura pensata.